Per la gioia delle mie amiche-colleghe budini salati!
Non ho avuto il tempo fin'ora di pubblicarli ma finalmente essendo ufficialmente in ferie posso farlo.
Velocemente ecco la ricetta:
Per i budini
300 g di spinaci,
200 g di patate,
100 ml di panna fresca,2 uova,30 g di parmigiano,sale e pepe nero.
Per la crema
200 g panna,
150 g parmigiano.
Lessare e scolare le verdure, lasciare raffreddare, frullarle con la panna, unire la panna, il parmigiano grattugiato, sale e pepe nero secondo il vostro gusto.
Io avevo le formine in silicone ma se si mettono in quelli di metallo imburrarli prima. Dovrebbero cuocersi in forno a 180° a bagnomaria ma io li ho cotti normalmente. Prima di estrarli lasciarli raffreddare completamente.
Per la crema scaldare senza portare a bollore la panna ed aggiungere il parmigiano mescolando fino ad ottenere una crema fluida ed omogenea da versare sui budini al momento di servirli.
sabato 20 luglio 2013
giovedì 27 giugno 2013
Insalata goduta
Ebbene si! Questa insalata mia madre ed io ce la siamo proprio goduta anzi come diciamo giù " ci siamo arricriate" termine che rende perfettamente ma che non ha, a mio parere, la giusta versione in italiano.
L'ultima volta che ho fatto un' insalata ricca pero' non è stato lo stesso, non me la sono goduta ed anzi non ho potuto nemmeno finirla. Era la sera del 31/12/2006 e siccome avevo partorito del mio primo figlio da meno di un mese ho deciso di passare a casa da sola col mio pupetto la notte di capodanno dato che mio marito lavorava.
La mia intenzione era quella di farmi una bella insalatona ricchissima, mangiarla, aspettare la mezzanotte, fare gli auguri a mio figlio e agli altri per telefono ed andare a letto.
Alle 9 di sera comincio a prepararla, ci metto di tutto di più, finisco verso le 9:30 e do il latte al pupo che nel frattempo si era svegliato, ruttino, cambio e nanna. Infatti lo addormento, lo metto nella culla mi prendo tutta l'insalatiera mi siedo e mangio due, esattamente due bocconi e subito dopo sento che lui si sveglia piangendo. Mi alzo, vado, controllo, lo riaddormento, di nuovo mi siedo a mangiare altro boccone e lui piange di nuovo.
Per farla breve ho passato tutta la serata così, fino all'una di notte quando entrambi stremati dopo che gli ho dato l'altra poppata ci siamo addormentati ed io ho lasciato l'insalata ancora a metà.
Ho pensato che per fare la foto dovevo rendere carino il piatto quindi ho mescolato e condito tutto dopo
Ingredienti:
Insalata gentile
3 pomodori
1 cetriolo piccolo
1/2 cipolla calabria rossa
2 barbabietole rosse di quelle precotte
2 fette di pane di semola in cassetta
Calamari
4 olive nere
1 limone grosso e succoso
1/2 bicchiere di olio evo
sale qb
pepe nero
Intanto ho messo a cuocere i calamari.
Ho lavato le foglie migliori della gentile e le ho posizionate in basso nel piatto, poi ho tagliato a rondelle il cetriolo privandolo di alcune strisce di buccia, ho messo tutto attorno il pomodoro, qualche anello di cipolla rossa, la barbabietola sbucciata e tagliata a cubetti, le olive tagliate a metà ed infine ho messo il pane che fatto dorare tagliato a cubetti su una padella appena sporcata d'olio.
Appena i calamari erano cotti li ho tagliati ad anelli e messi nel piatto.
Per il condimento che si vede nel bicchiere, ho fatto colare un poco di succo della barbabietola in un bicchiere per il frullatore ad immersione, ho aggiunto l'olio, il succo dell'intero limone filtrato, una bella presa di sale ed un bel pizzico di pepe nero, frullato tutto e condito solo alla fine.
Il resto dei calamari mia madre li da conditi con olio, limone e prezzemolo. Abbiamo mangiato tutto insieme e come dicevo ci è piaciuta molto.
Ps. Mia madre vuole che la faccia ad ogni pranzo o cena con tutta la famiglia.
L'ultima volta che ho fatto un' insalata ricca pero' non è stato lo stesso, non me la sono goduta ed anzi non ho potuto nemmeno finirla. Era la sera del 31/12/2006 e siccome avevo partorito del mio primo figlio da meno di un mese ho deciso di passare a casa da sola col mio pupetto la notte di capodanno dato che mio marito lavorava.
La mia intenzione era quella di farmi una bella insalatona ricchissima, mangiarla, aspettare la mezzanotte, fare gli auguri a mio figlio e agli altri per telefono ed andare a letto.
Alle 9 di sera comincio a prepararla, ci metto di tutto di più, finisco verso le 9:30 e do il latte al pupo che nel frattempo si era svegliato, ruttino, cambio e nanna. Infatti lo addormento, lo metto nella culla mi prendo tutta l'insalatiera mi siedo e mangio due, esattamente due bocconi e subito dopo sento che lui si sveglia piangendo. Mi alzo, vado, controllo, lo riaddormento, di nuovo mi siedo a mangiare altro boccone e lui piange di nuovo.
Per farla breve ho passato tutta la serata così, fino all'una di notte quando entrambi stremati dopo che gli ho dato l'altra poppata ci siamo addormentati ed io ho lasciato l'insalata ancora a metà.
Ho pensato che per fare la foto dovevo rendere carino il piatto quindi ho mescolato e condito tutto dopo
Ingredienti:
Insalata gentile
3 pomodori
1 cetriolo piccolo
1/2 cipolla calabria rossa
2 barbabietole rosse di quelle precotte
2 fette di pane di semola in cassetta
Calamari
4 olive nere
1 limone grosso e succoso
1/2 bicchiere di olio evo
sale qb
pepe nero
Intanto ho messo a cuocere i calamari.
Ho lavato le foglie migliori della gentile e le ho posizionate in basso nel piatto, poi ho tagliato a rondelle il cetriolo privandolo di alcune strisce di buccia, ho messo tutto attorno il pomodoro, qualche anello di cipolla rossa, la barbabietola sbucciata e tagliata a cubetti, le olive tagliate a metà ed infine ho messo il pane che fatto dorare tagliato a cubetti su una padella appena sporcata d'olio.
Appena i calamari erano cotti li ho tagliati ad anelli e messi nel piatto.
Per il condimento che si vede nel bicchiere, ho fatto colare un poco di succo della barbabietola in un bicchiere per il frullatore ad immersione, ho aggiunto l'olio, il succo dell'intero limone filtrato, una bella presa di sale ed un bel pizzico di pepe nero, frullato tutto e condito solo alla fine.
Il resto dei calamari mia madre li da conditi con olio, limone e prezzemolo. Abbiamo mangiato tutto insieme e come dicevo ci è piaciuta molto.
Ps. Mia madre vuole che la faccia ad ogni pranzo o cena con tutta la famiglia.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di giugno, sfida sulla Caesar salad proposta da Leonardo vincitore della sfida dello scorso mese.
lunedì 3 giugno 2013
MARANCIANE CHINE ossia Melanzane ripiene alla salentina
Ecco in tema di cucina salentina le melanzane ripiene, non ho potuto fare ricerche approfondite sull'argomento ma in questo sito ci sono un po' di notizie interessanti sul rapporto della cucina salentina con la melanzana.
Ecco la ricetta passatami dalla mitica Alessandra.
1 kg melanzane
300 g pomodori maturi
50 g olive nere snocciolate
25 g di capperi
100 g formaggio pecorino grattugiato
200 g di pane raffermo tagliato a pezzetti
olio EVO
aglio
prezzemolo
sale
A parte, si prepara il ripieno con l'interno delle melanzane e tutti gli altri ingredienti: si mescolano assieme in una terrina e si condiscono con olio e un bicchiere di acqua salata.
Nella ricetta che mi hanno dato avrei dovuto friggere le melanzane, io ho solo unto con l'olio e salato l'interno e poi riempito così a crudo alla fine le melanzane erano cotte perfettamente.
Quindi si riempiono le melanzane con questo composto ,si sistemano in una teglia, si ricoprono con uno strato di salsa di pomodoro e un po' di formaggio grattugiato e si mettono in forno a 180 gradi per 45 minuti circa.
Si chiamano anche Coccali de muerte perchè assomigliano a teste di morto pelate.
A presto
sabato 25 maggio 2013
Cuor di Tiella "rivisitata" black and white.
Comunque merita di essere assaggiato e per questa mia versione ho usato oltre al riso (venere e basmati, black and white), le patate e le cozze anche il finocchio che gli ha dato un gusto particolare, l'idea mi è venuta perchè oltre a piacermi tantissimo in forno e con il formaggio pecorino, è una bontà con il riso ed in tante ricette vedi la pasta con le sarde ed il finocchio.....inoltre amo la pepata di cozze quindi ho messo anche un po' di pepe nero.
L'ho fatta tempo fa ma non ho avuto tempo di scrivere il post e solo oggi ho potuto dedicarmici, ecco la ricetta.
200g di riso venere
200g di riso basmati
400 g di patate (circa due patate di media grandezza)
1 chilo e mezzo di cozze
100 g di cipolla (circa una cipolla di media grandezza)
300 g di finocchi ( 2 di media grandezza)
formaggio grattugiato pecorino romano
olio extravergine d’oliva
pepe nero
Intanto ho pulito le cozze una per una raschiandole sotto l'acqua corrente.
Le ho messe in una pentola bassa senza niente. Ho chiuso con un coperchio, messo sul fuoco ed in 5 minuti le cozze erano tutte aperte ed avevano buttato tutta l'acqua che ho conservato. Ho tirato fuori tutta la polpa dalle valve lasciandone tre per decorazione.
Ho pulito le verdure, le ho tagliate sottilmente, ho formato uno strato con le verdure ho messo l'olio e il formaggio, ho coperto con il riso e le cozze, altro stato di verdure, ho versato sopra tutta l'acqua delle cozze, le altre verdure, il formaggio e il pepe.
Non ho potuto usare una teglia di coccio perché non ce l'ho qui al "nodde" e non posso comprare tutto doppio, il risultato mi è sembrato buono lo stesso.
Ho messo in forno caldo a 160° per circa un'ora e mezzo.
Con questa ricetta partecipo alla sfida mensile dell'MT
sabato 27 aprile 2013
White chili con pollo, tortillas allo zenzero, insalata di peperoni arrostiti ed un sogno.
Partiamo dal sogno. E si! Anche io ho avuto il sogno americano. Il sogno non l'avevo da adolescente ma da grande ossia dopo i 25 anni, il mio sogno era farmi un tour dell'America, on the road, non con un auto ma con i pullman si i famosi GREYHOUND, avevo scritto anche l'itinerario, tappa per tappa studiando l'atlante e quel foglietto me lo portavo dentro l'astuccio delle penne per non dimenticarmi le tappe. Se pensavo al viaggio mi immaginavo sempre seduta sul pullman che guardavo le distese e a volte aride pianure degli stati del sud o mentre arrivavo in una tranquilla cittadina sperduta nel nulla, stanca perché il viaggio era lungo ma felice perché stavo realizzando un sogno. Avrei girato l'America in senso orario partendo da New York e tornandovici dopo esser riuscita a vedere le città più famose e belle ma anche quelle normalissime. L'obiettivo era quello di conoscere veramente l'America in molte sue facce anche se solo vivendo lì si possono scoprire. Ecco era questo uno dei miei sogni più grandi ma non dispero, chissà un giorno forse ci riuscirò.
Scrivo la ricetta così come per il precedente chili seguendo la ricetta di Anne.
Per il Chili
500g di bocconcini di petto di pollo
salsa chili (con peperoncini, peperone e cipolla)
2 peperoni dolci bianchi tipo bue (quelli lunghi)
1/2 scatola di mais
sale
olio evo
Ho tagliato ad anelli i peperoni e messo nel tegame tutti gli ingredienti, ho lasciato cuocere per circa un'ora con coperchio a fuoco lentissimo.
Per le tortillas
300g di farina 0 autolievitante
200g di farina 0 normale
4 cucchiai di olio evo
300ml di acqua frizzante a temperatura ambiente.
1 cucchiaino di zenzero in polvere
Ho impastato tutti gli ingredienti, steso la pasta e ritagliato le tortillas stavolta a forma di farfalle grandi ma non si capisce dalla foto. Ho scaldato ben bene la piastra e fatto cuocere le tortillas da un lato e dall'altro.
Da un po' di giorni invece di comprare il pane faccio velocemente le tortillas e i miei figli le divorano farcite in qualsiasi modo.
Per l'insalata di peperoni.
Tre peperoni dolci uno rosso, uno giallo, uno verde,
uno spicchio d'aglio,
olio evo qb
succo di limone
prezzemolo
Arrostire direttamente sul fornello i peperoni stando
attenti a rigirarli per fare bruciare solo la pelle esterna, lasciarli in una
busta di carta per mezz'ora circa, pulirli spellandoli, tagliarli a strisce e
condirli con olio, l'aglio a fettine, il limone e poco prezzemolo.
Piatto buonissimo? No! Di più!!!!!
venerdì 19 aprile 2013
Chili con carne, peperoni e ceci, fiorellini di tortillas e salsa al cetriolo
Se sono riuscita a fotografare questo squisito piatto di chili lo devo a Seneca, si si proprio al lui lo scrittore, filosofo e poeta romano.
Grazie a lui mia madre non ha divorato questo chili mentre ero al parco con i miei figli infatti dopo avermene dette di tutti i colori perché ho frullato i peperoncini che ho lasciato a mollo (i vapori hanno invaso la cucina, mia madre ed io lacrimavamo di continuo a me bruciava il naso da morire, ho aperto tutte le finestre e fortunatamente la situazione è migliorata) ha esordito che lei non avrebbe mangiato niente perché se c'era troppo peperoncino avrebbe fatto male alla sua pressione (l'aveva sentito in tv).
Metto sul fuoco la pentola a fuoco bassissimo e dopo un'ora quando cominciavo a sentire un profumino per tutta la casa vedo arrivare mia madre che mi dice che è buonissimo, sono contenta ma vedo che pur non essendo terminata la cottura lei continua a tornare davanti alla pentola sul fuoco ed assaggiare. "Mammaaaaaa, devo fare la foto! E poi questo dobbiamo mangiarlo domani."
"Domani?!?!"
"Ma è troppo buono!""Si mamma devo fare anche le tortillas ed un'altra cosa"
Sono andata al parco con i figli e quando sono tornata mi ha confessato che era stata tentata tutto il pomeriggio di mangiarlo ma che fortunatamente stava leggendo "L'arte di essere felici" di Seneca nel quale consigliava di avere un comportamento "virtuoso" per essere felici e stare bene con se stessi e che grazie alle sue parole è riuscita a non alzarsi per andare in cucina dove l'attirava quel profumino e a non dimezzare il piatto assaggiandolo a poco a poco.
Lo scorso mese la sfida dell'MT sulla Fideua è stata vinta da Anne e la ricetta che ha proposto per il mese di Aprile è stata proprio il Chili con carne. Ho mangiato un po' di volte questa pietanza sempre buonissima ma devo dire che la mia versione mi ha molto soddisfatta anche per la reazione di mia madre (sempre un po' critica) che tra l'altro dopo averlo mangiato aveva la pressione perfetta infatti abbiamo letto dopo che la capsaicina in realtà dopo un primo momento in cui la fa alzare la regolarizza. :-)
Ho pensato a questa versione perché avevo una confezione di ceci biologici in dispensa e dato che il chili sta bene con i legumi e che a casa mia un piatto di ceci cotti e caldi si mangia indispensabilmente con tanto peperoncino ho fatto solo 2+2. Inoltre dato che non ho trovato i peperoncini freschi per fare la salsa ho cercato di renderla più densa con la polpa del peperone, la cipolla e la polpa di mezzo pomodoro.
Ecco qui la mia versione:
Ingredienti:
un grosso peperone rosso
200g di ceci secchi
400g di bocconcini di bovino adulto
peperoncini cayenna io ho messo tutti quelli della foto in alto (troppi),
1/2 pomodoro rosso
1/2 cipolla media
sale
Intanto la sera prima ho messo i ceci in una ciotola ho aggiunto l'acqua fino a coprirli e i peperoncini interi ma privati dei semini.
La mattina seguente ho messo il peperone ad abbrustolire sul fuoco del fornello per poterlo spellare (vedi foto). Ho tolto dall'acqua i ceci ed aggiunto la mezza cipolla tagliata sottilmente, metà del peperone spellato a pezzettini e il pomodoro spellato e privato dei semini, ho frullato il tutto con il frullatore ad immersione ed ho ottenuto così come ho detto sopra una cremina micidiale, fortuna che ho riguardato la ricetta di Anne ed usato solo metà della salsa chili, l'altra metà mi aspetta in freezer ;-)
Ho messo la carne, i ceci e il peperone rimanente tagliato a pezzetti nel tegame da mettere sul fuoco bassissimo con la salsa, ho aggiustato di sale, ho coperto lasciando una piccola fessura.
Le tortillas di Anne a forma di fiorellini le ho fatte 2 volte, la sera di domenica 14/4 quando sono sparite in un attimo e ne avevo fatte tantissime, e a pranzo il lunedì quando ho fatto finalmente la foto.
Per accompagnare ho pensato a questa salsa al cetriolo che smorzava il piccante per fartelo apprezzare ancor di più alla seguente forchettata, noi l'abbiamo mangiato alternando un boccone di chili con uno di tortilla immerso nella salsa, ho anche immerso il boccone di carne....una goduria!!! PROVATELO!!!!!!
Per la salsa ho frullato 200g di cream cheese con un cucchiaio di succo di limone e la polpa di un cetriolo medio sbucciato e privato della parte interna con i semi, infine ho aggiunto un pizzico di sale.
Con questa ricetta partecipo alla sfida di aprile dell'MT
sabato 13 aprile 2013
Tortine ai kiwi
Come al solito riesco a pubblicare le ricette solo almeno due mesi dopo averle fatte.
Queste tortine sono risultate davvero delicate e morbide.
Ecco la ricetta:
2 uova grandi
3 kiwi
1 yogurth bianco o alla vaniglia
60g di burro fuso
2 vasetti dello yogurth di zucchero
3 vasetti di farina 00 setacciata
1 cucchiaino di estratti di vaniglia
3/4 di bustina di lievito per dolci
Sbattere le uova con lo yogurth, lo zucchero e gli altri ingredienti ma senza i kiwi per due minuti circa, sbucciare e tagliare a pezzetti molto piccoli i kiwi e versarli nell'impasto mescolando con un cucchiaio ma non con lo sbattitore. Dividere negli stampini (io di silicone) ed infornare in forno già caldo a 180°. Fare la prova stecchino prima di tirarli fuori dal forno e lasciare raffreddare prima di staccarli dalle forme.
Buona domenica.
Queste tortine sono risultate davvero delicate e morbide.
Ecco la ricetta:
2 uova grandi
3 kiwi
1 yogurth bianco o alla vaniglia
60g di burro fuso
2 vasetti dello yogurth di zucchero
3 vasetti di farina 00 setacciata
1 cucchiaino di estratti di vaniglia
3/4 di bustina di lievito per dolci
Sbattere le uova con lo yogurth, lo zucchero e gli altri ingredienti ma senza i kiwi per due minuti circa, sbucciare e tagliare a pezzetti molto piccoli i kiwi e versarli nell'impasto mescolando con un cucchiaio ma non con lo sbattitore. Dividere negli stampini (io di silicone) ed infornare in forno già caldo a 180°. Fare la prova stecchino prima di tirarli fuori dal forno e lasciare raffreddare prima di staccarli dalle forme.
Buona domenica.
venerdì 29 marzo 2013
Pane dolce del sabato con fragole e mandorle e castagne col miele
Per la pasta
500g farina manitoba
100g di zucchero
120 ml di olio evo
120 ml acqua tiepida
20g di lievito
10g sale
2 uova medie
Per il ripieno
Mandorle
Marmellata di fragole
Procedimento
Setacciare la farina insieme al sale e lo zucchero, unire l'olio e l'acqua dove deve sciogliersi il lievito. Impastare per bene ed unire le uova uno alla volta. All'inizio sembrerà un po' molliccio ma sbattendolo bene sul tavolo impastandolo vedrete che prenderà subito la consistenza giusta. Lasciare riposare in luogo tiepido 2 ore.
Separare in due parti uguali e poi ognuna in tre. Allungare uno dei pezzetti di pasta, distribuire lungo la striscia di pasta, richiudere formando un salsicciotto ben chiuso. Rifare la stessa operazione con gli altri due pezzi ed infine formare la treccia. IMPORTANTE Mentre fate la treccia state attenti a non far toccare i salsicciotti l'un con l'altro perchè se si attaccano....a staccarli si combina un patatrac. Lasciare lievitare altre 2 ore e prima di metterlo in forno preriscaldato a 200° spennellarlo con il tuorlo sbattuto con l'acqua e mettere sopra i semini, io di vaniglia.
L'altra versione è con le castagne che io adoro e il miele cosparsa con i semi di papavero.
Come vedete giù ho sbucciato le castagne, un'impresa, le ho tagliate a pezzetti, farcito le strisce di pasta con del miele delicato, spennellato con l'uovo, cosparso di semi di papavero ed infornato.
Buona Pasqua!!!!!!!
lunedì 25 febbraio 2013
Peripezie
E' mercoledì 20 e decido di fare un'altra red velvet, mi viene un'idea per me bellissima e mi trastullo il cervello cercando un nome simpatico per la mia creazione, partorisco ed ottengo: "Inside out Banana Red Velvet Cheese Cake".
Bene la panna è in frigo, il formaggio pure, le farine nel loro stipetto decontaminato mi aspettano fremendo, mi manca solo il colorante e la gelatina.
Da brava blogger addicted vado al super del mio paesino cerco i colori ma niente rosso, anche il nero trovo ma di rosso neanche l'ombra, trovo perfino la gelatina approvata dal prontuario per la celiachia solito ma non demordo.
Giovedì 21 cerco in un altro super di solito più fornito ma niente, vado in un'altro ed ancora niente, allora mi viene un dubbio: non è che qui vicino vivono altre emmetichallengers?
Venerdì 22 vado fino all'ultimo super della città ed ancora niente.
Non mi resta che provare a Piacenza il sabato che sicuramente qualcosa la trovo.
Sabato 23 esco da scuola alle 13 ed alle 15 sono già in macchina con i miei figli diretta al cinema a Piacenza, arriviamo al cinema che è solo un po' nuvolo alle 18 esco dal cinema e trovo tanta di quella neve che non riconoscevo la macchina in mezzo alle altre. Senza catene e senza gomme da neve cerco di tornare a casa con le macchine che mi superavano e mi inondavano di fango chiedendomi se fosse il caso di fermarmi allo shopping centre o fosse meglio andare subito a casa. Fortuna che in macchina c'era anche una mia amica che ha accettato di prolungare l'agonia della strada e aspettare in macchina per farmi correre al super per trovare il colorante. LO TROVO!
Torno in macchina non senza aver rischiato di scivolare sulla neve e finalmente, lentamente arrivo a casa.
Metto i figli a letto e comincio a fare il burro, le mie fruste elettriche che porto su e giù per l'italia decidono di mandarmi una lettera di richieste di ferie ed io le ho accettate ma dopo aver finito di montare la torta e la crema del cheesecake.
Però sono state brave, visto che bel burro!
Faccio l'impasto della red velvet divido in tre parti e metto in forno uno alla volta perchè ho una sola teglia a cerniera da 18cm e così si fanno le 2 di notte quando contenta contenta vado a letto perchè queste sono le torte più morbide ottenute fin'ora.
Domenica 25 mi sveglio presto per montare la torta ma cosa voglio fare?
LA MIA IDEA ERA QUELLA DI UNA TORTA AL CONTRARIO CIOE' UNA CREMA DA CHEESECAKE FARCITA DI RED VELVET ED ALTRETTANTA CREMA ALLA BANANA.
Mi serve una teglia da 20 alta, molto alta, perche voglio fare 4 strati allora penso di mettere la carta forno per alzare i bordi ma naturalmente dopo una notte di infornarte l'avevo finito. Fuori nevicava ancora alla grande allora ho pensato di mettere tutto nella pentola della pasta strato dopo strato e dato che è alta e nel frigo non ci entra ho lavorato fuori sul davanzale della finestra e l'ho lasciata lì tutto il pomeriggio mentre andavo in treno a Milano a prendere mia madre all'aeroporto .
Tornata a casa tardissimo dopo aver disfatto le valige, messo a letto i bimbi e chiacchierato per recuperare i mesi di lontananza con mia mamma alle ore 24:30 porto dentro la pentola , mentre mi rigiro in cucina per cercare il piatto mia mamma prende il lecca pentola e stava per rimestare chiedendomi "che cos'è?" Ho fatto un grido per fermarla che stavo svegliando l'intero palazzo, fortuna che ha solo scalfito un po' la base, riscaldo in acqua calda la parte esterna della pentola e finalmente capovolgo la torta e nella mia delicatezza do un colpo troppo forte che mi fa spatasciare un po' la base. Faccio le foto quasi al buio e mi appropinquo a scaricare le foto sul pc, non ci crederete, ma il cavetto del caricatore del pc s'è rotto e la batteria è pure scarica. Cedo le armi e rimando tutto a oggi, nell'ora buca ho cominciato a scrivere, le foto le ho caricate così come sono senza tagliare le parti e senza firmarle sono le due e sono ancora a scuola a scrivere. Ok metto la ricetta e non vi faccio più perdere tempo.
Per la torta la ricetta è qui quella gluten free di Stefania che se fatta stando attenti a tutti i passaggi viene benissimo.
Per la cheesecake
400g di cream cheese
300g di panna
125g di yogurth bianco
1/2 stecca di vaniglia
succo di 1/2 limone
12g di gelatina
150g di zucchero
2 banane medie
qualche fragola per decorare
Ho messo i foglietti di gelatina a bagno, la sera prima ho aperto la panna e lasciato dentro la vaniglia, ho cominciato a montare il creamcheese con lo zucchero poi ho aggiunto la panna filtrandola per eliminare i semini e lasciandone un po' da parte continuando a montare. Ho aggiunto anche lo yogurth e sciolto la gelatina nella panna messa da parte, ho poi lasciato raffreddare un po' la panna e aggiunto anche quella, infine il succo del limone e poi ne ho prelevato 1/3 che ho frullato con le banane.
Quindi dovrebbe essere fatta così in una tortiera normale: foderare i bordi con carta forno versare un po' di composto, lasciare in frigo o fuori per un'ora circa, mettere sopra la red velvet lasciando spazio ai lati, mettere la crema alle banane sopra ma non di lato, ricoprire con altro composto bianco e lasciarlo in frigo ancora un'ora, fare tutti gli strati che si vuole e guarnire con banane e fragole o quello che volete.
E' inutile che vi dica quanto sia buona. Sicuramente la rifarò presto con tutti gli accorgimenti opportuni.
Sono stanca, ciao.
Gloria
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lunedì 18 febbraio 2013
Light blue velvet cake gluten free with almonds cream for my little sister
Rieccomi qui con una nuova versione blu della Velvet Cake, questa torta la voglio dedicare a mia sorella che oggi compie gli anni, è il suo secondo compleanno che non passiamo insieme a causa della lontananza, fortuna che esiste la tecnologia multimediale che ci fa sentire vicine anche se ci divide tutto lo stivale.
Ho scelto questa torta per lei perché è il colore che le ho sempre associato anche per i suoi splendidi occhi.
Tantissimi Auguri Sorellina!!! Tvbtt
Per quanto riguarda la torta, il procedimento è uguale a quello del precedente post sostituendo il colorante rosso con quello blu.Per la farcia ho invece pensato alle mandorle quindi ho fatto una crema con:
200g di mandorle
6 cucchiai di miele delicato
400g di cream cheese
qualche goccia di colorante blu
ho messo tutto nel frullatore per un bel po' e farcito gli strati con la crema ottenuta, avendo messo il colorante blu con il giallo del miele tendeva al verde e siccome nella foto la torta è appena uscita dal frigo non si distingue bene ma dopo un po' a t.a. si vedeva lo stacco.
Ho ricoperto tutta la torta con la cream-cheese frosting del boss delle torte.
Ho colorato la cream-cheese rimanente ed ho decorato formando delle rose, avrei dovuto avere un beccuccio più grande per ottenere un buon risultato ma nell'insieme mi è piaciuto, specie dato che era la prima volta.
Anche con questa torta partecipo all'MTCdi febbraio.
domenica 17 febbraio 2013
Red Velvet Cake gluten free "Taroccata"
Nooo, non vi spaventate, gli ingredienti son tutti più che genuini ed anche di ottima marca, il nome è dovuto a quello delle ottime arance siciliane con cui l'ho fatta che io adoro e che, per una botta di c pura fortuna, ho trovato qui nella fredda bassa padana e pure in offerta, questo perché ho trovato un fruttivendolo ben fornito e che non pensa di vendere gioielli, e per fortuna! Perché col freddo e la neve di questi giorni sto facendo endovene di queste arance a me ed ai miei figli sperando che la vitamina C ci aiuti un po'.
Devo confessarlo, fare una red velvet cake non è facilissimo l'avevo già fatta qui, ma non era gluten free, e già ho perso un po' di tempo a farla ma farla gluten free "veramente", cioè che poi non è che la mangi tu, non celiaca, e non succede niente se pochi granelli di farina contaminano la tua torta, farla gluten free "veramente" vuol dire poterla offrire a delle persone celiache e stare molto attenti perché se dopo stanno male è per colpa tua!!!!
Mi sono cimentata in questa impresa sia perché è la sfida per l'MT di questo mese ma anche perché solo da poco ho capito quanto sia difficile per un celiaco andare a fare la spesa a poter cucinare tranquillamente una pietanza. La ricetta l'ha proposta la mitica Stefania del blog Cardamomo&Co vincitrice del mese scorso dell'MT, celiaca che ha anche scritto un libro di ricette gluten free.
A parte il fatto di dover separare tutti gli alimenti con glutine da quelli senza per poter evitare contaminazioni bisogna pulire tutti gli utensili, meglio se in acciaio ed il piano di lavoro che devono essere lavati più volte per eliminare ogni traccia di residuo con glutine, ma quello che stanca è dover leggere tutte le minuscole stampe della composizione dei prodotti per accertarsi che siano gluten free e cercare sempre la spiga sbarrata. Ho perso un'ora al super per controllare il tutto ed inoltre una volta a casa prima di poggiare la scatola della farina gf e di ogni altro ingrediente sul piano di lavoro bisogna pulirla per bene esternamente perché anche le farine gf le vendono nello stesso bancone delle farine con glutine e metti che un pacco di questi si spacca? Esternamente è tutto contaminato. Appunto per questo ho anche ripulito i pacchetti di farina esternamente per bene per poterli mettere sul piano di lavoro.
Una volta pronti a fare la torta armatevi di pazienza perché se avete un normale sbattitore dovrete star li per tanto tempo però il risultato ne vale la pena.
Cominciamo dalla ricetta dell'impasto gluten free di Stefania.
160g di farina di riso sottilissima
60g di fecola
1/2 cucchiaino da caffè di sale
30g di Tapioca che io non ho trovato e che ho sostituito con la maizena
240ml di latticello e 110g di burro oppure 500g di panna fresca (da cui ottenere il burro ed il latticello necessario)
1 cucchiaio di succo di limone
3 uova medie
300g di zucchero
1 cucchiaino di estratto di vaniglia o i semi di una bacca di vaniglia (no vanillina)
1 cucchiaio di colorante rosso gluten free controllate le etichette
8g di cacao amaro gluten free
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino di bicarbonato
Procedimento:
Intanto ho cominciato a montare la panna ben fredda tanto e tanto tempo, vedrete che monterà benissimo e poi piano piano continuando a montare spunteranno dei grumi che si separeranno dal liquido quando vedrete che si sarà separato tutto il siero dal burro prendere un canovaccio pulitissimo o un setaccio finissimo e separare il burro dal latticello, compattarlo con le mani e strizzarlo bene in modo che tutto il liquido esca fuori, ecco quello che ho ottenuto io
Il latticello è esattamente quello che ci vuole per la torta in cui dovete versare il succo di limone e lasciare riposare, a questo punto pesate il burro ottenuto e prendetene solo 110g, tagliatelo a pezzettini e rimettetelo in una ciotola a montare con le fruste, mentre montate contate fino a 200 dopodiché unirvi lo zucchero e continuate a montare contando nuovamente fino a 200, poi aggiungere uno alla volta le uova e contare fino a 50 ogni volta che si unisce un uovo sempre montando, non assaggiate!!!! E troppo buono (almeno per me).
A parte unire setacciandole le farine con il sale ed il cacao, mettere il colorante e la vaniglia nel bicchiere del latticello e cominciare a versare sulle uova alternandoli il latticello e le farine poco per volta iniziando e finendo con la farina. Infine siccome ho solo una teglia da 18 ho diviso l'impasto in 4 parti e ho infornato mettendo ogni volta subito prima un cucchiaino scarso di aceto in un bicchierino con un pizzico di bicarbonato e versato velocemente nel composto mescolando bene con una spatola. Ho quindi infornato 4 volte mettendo alla base della tortiera a cerniera la carta forno e imburrando i laterali spargendo la farina di riso.
Ecco anche il motivo per cui per me è stata un'impresa.
Una volta cotte tutte e 4 le basi e averle ricoperte con la pellicola ho fatto la crema e la marmellata per farcirla e ricoprirla.
Ecco cosa serve
4 grosse arance succose varietà Tarocco
zucchero qb
150 ml di panna fresca
200g di cream cheese
100g di zucchero a velo.
1/2 stecca di vaniglia.
un paio di gocce di colorante rosso.
Intanto ho sbucciato a vivo 2 delle arance, le ho pesate, tagliate a pezzetti e messo in un pentolino con dello zucchero (metà del peso delle arance) e un pezzetto di stecca di vaniglia intera. ho lasciato cuocere 10 minuti dopo ho frullato col frullatore ad immersione ed ho fatto stringere un po' ma non troppo. Ho così ottenuto una specie di marmellata che ho lasciato raffreddare.
In una ciotola ho montato la panna ed aggiunto lo zucchero a velo, in un'altra ciotola ho montato il cream cheese con il succo di un'arancia filtrato le gocce di colorante ed infine ho unito le due creme con lo sbattitore a minimo.
Ho lasciato la crema ottenuta in frigo a riposare coprendo la ciotola con la pellicola.
Nel frattempo ho tagliato la 4^ arancia a fette ed ho messo nel forno ventilato a 100° per un'ora.
Ho farcito con uno strato della simil marmellata e sopra la crema, solo che dopo averla lasciata in frigo fra gli strati più bassi, forse per il peso, si è assorbita la crema che dava ancora più morbidezza alla torta.
E con questa red velvet "Taroccata" partecipo alla sfida di febbraio dell'MTC
A prestissimo!Gloria
lunedì 28 gennaio 2013
Pici in sugo con rapa bianca e salamella
Salve a tutti. Come al solito i miei post sono sempre più radi e se non fosse che mi piace mettermi alla prova lo sarebbero ancor di più.
Sono orgogliosissima di questo piatto di pici perché è davvero buono.
Sarà che la mia origine siciliana mi fa prediligere la pasta di grano duro o che questa ricetta è davvero buona ma non pensavo mi piacessero così tanto. Pensate che, siccome ne ho fatti tanti, ma tanti, li ho conditi semplicemente con olio e parmigiano e i miei figli li hanno divorati.
Per la sfida di questo mese dell'MTC, oltre a fare bene i pici bisognava pensare ad un condimento che sapeva di tradizione, di territorio e di semplicità. Mi sono messa a studiare, e siccome non potevo fare un condimento che ricordava la mia terra, per la lontananza, ho deciso di capire quali fossero i prodotti tipici del paesino dove mi trovo Codogno e quello che ho ritrovato più volte, oltre ai dolci, ed al granone (formaggio duro tipo grana della zona) è la "panissa" lodigiana che altro non è che un risotto ricco con cavolo verza, carota, sedano, cipolla, vino rosso, lardo, cotica di maiale, salamella, sale e pepe. Per non fare un copia incolla della ricetta e per poter usare un vegetale che non avevo ancora usato la rapa bianca (che qui usano nelle zuppe) ho pensato a questo sugo con la salamella che qui è stra-usata, mi sono documentata anche su questa e queste sono le notizie che ho trovato: (pensate che come sottofondo musicale ci sia la musica di Quark) "La salamella è un insaccato fresco di puro suino da consumarsi previa cottura, prodotto in tutto il periodo dell'anno specialmente in Lombardia. Per la sua produzione vengono impiegate esclusivamente pancette e spalle di suini. Dopo un'accurata snervatura e separazione della cotenna, la carne viene macinata con tritacarne (fori da 5 a 6 mm). Viene poi salata e aromatizzata con una miscela di spezie. Quindi viene mescolata a mano o con una impastatrice, aggiungendo l'acqua necessaria affinché raggiunga la morbidezza ottimale per l'insacco in sottili budella di montone. Si passa infine alla legatura a mano con il tipico sistema a intreccio con o senza spago. Viene conservata per una settimana in celle frigorifere a temperatura variabile dai 0 °C a + 4 °C. Di solito viene cotta alla piastra tagliata per lungo a metà".
E adesso vi dico come ho preparato il piatto.
Intanto ho fatto i pici con la ricetta di Patty di Andante con gusto
questa è la sua ricetta ma non avendo la bilancia io mi sono regolata con la tazza tipo mug:
Sono orgogliosissima di questo piatto di pici perché è davvero buono.
Sarà che la mia origine siciliana mi fa prediligere la pasta di grano duro o che questa ricetta è davvero buona ma non pensavo mi piacessero così tanto. Pensate che, siccome ne ho fatti tanti, ma tanti, li ho conditi semplicemente con olio e parmigiano e i miei figli li hanno divorati.
Per la sfida di questo mese dell'MTC, oltre a fare bene i pici bisognava pensare ad un condimento che sapeva di tradizione, di territorio e di semplicità. Mi sono messa a studiare, e siccome non potevo fare un condimento che ricordava la mia terra, per la lontananza, ho deciso di capire quali fossero i prodotti tipici del paesino dove mi trovo Codogno e quello che ho ritrovato più volte, oltre ai dolci, ed al granone (formaggio duro tipo grana della zona) è la "panissa" lodigiana che altro non è che un risotto ricco con cavolo verza, carota, sedano, cipolla, vino rosso, lardo, cotica di maiale, salamella, sale e pepe. Per non fare un copia incolla della ricetta e per poter usare un vegetale che non avevo ancora usato la rapa bianca (che qui usano nelle zuppe) ho pensato a questo sugo con la salamella che qui è stra-usata, mi sono documentata anche su questa e queste sono le notizie che ho trovato: (pensate che come sottofondo musicale ci sia la musica di Quark) "La salamella è un insaccato fresco di puro suino da consumarsi previa cottura, prodotto in tutto il periodo dell'anno specialmente in Lombardia. Per la sua produzione vengono impiegate esclusivamente pancette e spalle di suini. Dopo un'accurata snervatura e separazione della cotenna, la carne viene macinata con tritacarne (fori da 5 a 6 mm). Viene poi salata e aromatizzata con una miscela di spezie. Quindi viene mescolata a mano o con una impastatrice, aggiungendo l'acqua necessaria affinché raggiunga la morbidezza ottimale per l'insacco in sottili budella di montone. Si passa infine alla legatura a mano con il tipico sistema a intreccio con o senza spago. Viene conservata per una settimana in celle frigorifere a temperatura variabile dai 0 °C a + 4 °C. Di solito viene cotta alla piastra tagliata per lungo a metà".
E adesso vi dico come ho preparato il piatto.
Intanto ho fatto i pici con la ricetta di Patty di Andante con gusto
questa è la sua ricetta ma non avendo la bilancia io mi sono regolata con la tazza tipo mug:
Per i Pici - 4 persone:
200 gr di farina 00 (io due mug di farina 00)
100 gr di farina di semola rimacinata (io una mug di farina di semola rimacinata)
2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
1 pizzico di sale
acqua – qb –
L'impasto viene davvero bene l'ho lasciato riposare, poi ho steso, ritagliato ed arrotolato taaaaaanti pici
che ho lasciato asciugare un po', mi son venuti pici lunghissimi troppo carini da vedere. Non vi dico che festa che hanno fatto i miei figli che volevano per forza aiutarmi ma che dopo il 5° picio si sono stancati.
Ecco gli ingredienti per il sugo per 4 persone
1 rapa bianca
olio evo qb
1 scalogno medio
2 salsicciotti di salamella
4 pomodori maturi
sale e pizzico di pepe nero.
Granone grattugiato.
Intanto ho spellato e tagliato a pezzettini i pomodori, in una larga padella ho fatto dorare lo scalogno tagliato finemente con l'olio evo, ho unito la rapa tagliata a dadini ed i pomodori. ho aggiunto 2 cucchiai d'acqua, salato e fatto cuocere bene finché la rapa non fosse cotta, infine ho spezzettato la salamella e unito al sugo ho fatto cuocere solo cinque minuti per far rimanere i pezzi interi.
Avrei dovuto fare la foto dopo aver messo il granone ma l'ho dimenticato perché i miei figli stavano morendo di fame e reclamavano la pasta, l'ho messo dopo e l'abbiamo subito mangiata, mi sono accorta che mancava il formaggio solo dopo quando ho scaricato le foto.
sabato 5 gennaio 2013
Biscottini di vetro all'arancia per Santa Lucia
Avete passato bene le feste?
Io sono stata un po' latitante per vari motivi ma non ho smesso di pasticciare e cucinare anche se non tanto quanto avrei voluto.
Quest'anno, vivendo in provincia di Lodi, ho festeggiato Santa Lucia per la gioia dei miei figli. Qui la tradizione vuole che la Santa venga di notte e beva il caffè con un biscottino lasciando i regali e che l'asinello mangi il fieno lasciatogli. Siccome Santa Lucia è la Santa della luce ho pensato a questi biscottini in cui si può vedere attraverso.
Ecco la ricetta:
500g di farina 00
250g di burro
200g di zucchero
1 uovo
1 arancia
caramelle agli agrumi
Montare bene il burro con lo zucchero, aggiungere l'uovo e poi la farina con la scorza dell'arancia ed il succo.
Formare una palla con l'impasto e lasciarlo riposare mezz'oretta.
Stenderlo, ritagliare i biscotti posizionarli su una teglia rivestita di carta forno e sbriciolare dentro mezza caramella.
Metterli in forno caldo a 180° finché diventano dorati.
Tirarli fuori ma non toccarli finché non si freddano.
BUON ANNO!!!!!!!
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